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PERFORMER ITALIAN CUP, TALENTO PURO

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Di Gino Morabito

Passione, professionalità, determinazione e, nel giro di quattro anni, il “Metodo Pass” è stato riconosciuto in Italia come la disciplina del performer di arti sceniche.

Una vera e propria rivoluzione ad opera di Valentina Spampinato che, declinando la sua intuizione nel format televisivo Performer italian cup, fonde insieme arte e sport all’interno di un nuovo talent show in onda il 15, 22 e 29 novembre su Rai 2.

“Voglio far diventare Catania la città più importante d’Italia”. Tutto è partito da lì, quando una giovanissima imprenditrice siciliana confessa a Fioretta Mari il suo più grande sogno.

«Trovo profondamente ingiusto che un artista, per poter ricevere anche solo la formazione professionale di base, debba lasciare la propria città e trasferirsi a Roma e Milano, accontentandosi di lavori poco gratificanti per pagarsi gli studi. Cerco da sempre di creare le pari opportunità per tutti gli artisti di ogni parte d’Italia, mettendo a disposizione di quei talenti emergenti delle “vetrine” od anche centri di alta formazione ed intessendo una rete di scambi con professionisti del settore.»

Nascono la Fipass, Federazione italiana performer arti scenico-sportive, che si prende cura del performer a 360°, e il brand Performer italian cup, il primo campionato italiano che rilascia le medaglie d’oro, d’argento e di bronzo delle performing arts.

«All’inizio, quando raccontavo del mio progetto, mi prendevano per folle. Negli anni, non solo quel sogno è diventato realtà, ma ho anche allargato gli orizzonti dimostrando che, se ci credi veramente, i miracoli accadono. Miracolo perché tutto questo sta succedendo in trentasei Paesi nel mondo, andando ben oltre la vision iniziale ed immettendo nel mercato una nuova cultura, un nuovo concetto, quello del performer come un atleta.»

Con il riconoscimento del Csain, ente di promozione sportiva riconosciuto dal Coni e dal Cip e gestito da Fipass attraverso il progetto “Metodo Pass”, Valentina Spampinato porta la sua “rivoluzione” anche in tivù.

«Mi auguro che, grazie all’esposizione televisiva, si possa velocizzare il processo di conoscenza e divulgazione di questa nuova cultura, vedendo il performer anche come un atleta. Sicuramente lo strumento mediatico televisivo, ad oggi, è quello che più di qualunque altro riesce ad entrare nelle case delle famiglie italiane, consentendo di divulgare più celermente il verbo del “Metodo Pass”. E dalle famiglie si allargherà a macchia d’olio verso ogni territorio dello Stivale.»

Dopo aver superato le selezioni provinciali, regionali e aver vinto titoli importanti durante la finale nazionale, i migliori atleti/artisti rappresentano la propria regione di appartenenza all’interno del programma televisivo Performer italian cup che, puntata dopo puntata, consente di sfidare atleti/artisti solisti e compagnie in esibizioni di arti performative specializzate in un coreografico di canto, danza, recitazione, performer completo ed arti circensi ed acrobatiche. Parola chiave è meritocrazia.

«Meritocrazia anche perché sappiamo benissimo quanto sia difficile farsi spazio in questo ambiente, e non mi è mai piaciuta l’idea di dover sgomitare per emergere. Ritengo invece che a fare spazio sia la luce che un performer riesce a creare attorno a sé. Alla meritocrazia affiancherei poi la disciplina e lo studio, indispensabili alla formazione di una carriera solida e duratura.»

Il cuore pulsante di tutta la macchina organizzativa è rappresentato dalle work room.

«Cerchiamo di fare in modo che tutti i nostri contenitori siano sempre arricchiti dalla possibilità di inserimento lavorativo: infatti, i giudici che convochiamo sono degli addetti ai lavori i quali, oltre a votare, attraverso delle “work room”, una sorta di ufficio di collocamento in diretta, hanno la facoltà di valutare i profili artistico-professionali che stanno ricercando e, se idonei, offrire un ingaggio nelle loro produzioni.»

Il messaggio è chiaro: non si tratta soltanto di sogno e divertimento, ma l’arte è una professione a tutti gli effetti. È inoltre quella valvola spirituale che ti consente di comunicare in maniera diversa, di possedere una sensibilità tale da permetterti di percepire cosa ti succede intorno, di avere un approccio alla vita diverso: più positivo, energico, solare. Della propria arte Valentina Spampinato ne ha fatto una bandiera.

«Mi sono diplomata come coreografa ed insegnante di danza, il mio primo mestiere per tanti anni, ma sono anche laureata in conservatorio e un’insegnante di canto, che ha sempre fatto teatro e recitazione. Non sono mai riuscita a scindere l’amore per queste tre materie che devono essere sempre trattate in maniera interdisciplinare poiché complementari nella formazione di un performer completo.»

Sul suo biglietto da visita c’è scritto presidente Fipass e produttrice.

«Alla sensibilità artistica si affianca fin da piccola una naturale inclinazione all’imprenditorialità, che mi ha sempre accompagnato nella crescita. A dirla tutta, queste spiccate attitudini gestionali e manageriali sono diventate la mia forza, e oggi il mercato ci insegna che il primo manager di sé stesso è proprio l’artista.»

Nella vita c’è chi nasce per fare numero, chi per fare la differenza.

«Mi piace quando qualcuno etichetta il mio operato come “rivoluzionario”. In ogni mio sogno c’è sempre dietro una spinta, quella di portare l’essere umano ad un livello di evoluzione spirituale, ritenendo che la bellezza possa davvero salvare il mondo. Bellezza intesa come arte, ovvero un linguaggio comune a tutti i popoli, che, al di là delle differenze culturali, sociali, politiche, ci accomuna in un unico grande abbraccio.»

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