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Occhiali Neri, il ritorno di Dario Argento

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Occhiali Neri

Occhiali Neri,  presentato a Berlino 2022, nell’ambito della Berlinale Gala il nuovo film di di Dario Argento in uscita il 24 febbraio. A dieci anni da Dracula 3D vede il ritorno del regista all’amato Thriller.

Dopo dieci anni ritorna Dario Argento, idolatrato all’estero e come al solito poco considerato nel suo paese. Certamente Dario non aveva bisogno di tornare dietro la macchina da presa per confermare la sua leggenda di autore, con moltissimi dei suoi film che ormai sono proiettati in tutte le scuole di cinema del mondo al pari dei capolavori neorealisti. La via del thriller e dell’horror del resto lo fanno ancora oggi uno dei maggiori autori viventi, e  lui si è voluto togliere lo sfizio di fare un nuovo film girato  nella sua Roma con l’aiuto delle figlie, in particolare Asia (in veste anche di produttore associato), tanti storici collaboratori  a cominciare dal mago degli effetti speciali Sergio Stivaletti e Franco Ferrini come co-sceneggiatore.

Argento questa volta mostra anche una sua vena romantica, forse l’età porta ad una maggiore scoperta dei sentimenti ed ecco che nella storia che inizia tra le strade dell’Eur durante una eclisse, troviamo Diana, una sorprendente Ilenia Pastorelli, che a causa del suo lavoro di escort verrà in breve designata come vittima dal maniaco di turno scelto dal regista romano. Senza anticiparvi nulla, altrimenti che thriller di Argento sarebbe, possiamo aggiungere la presenza di un bambino cinese rimasto orfano durante un terribile incidente, dove Diana rimane coinvolta per sfuggire al maniaco con le drammatiche conseguenza di diventare cieca e al tempo stesso uccidendo pure senza volerlo i genitori di Chin (Xinyu Zhang). Da qui parte la storia che vedrà nascere un legame tra il bambino e Diana, al tempo stesso si aggiungerà un cane pastore guida che gli verrà fornito da Rita (Asia Argento), l’assistente sociale per i ciechi venuta in aiuto di Diana, un aiuto canino da non sottovalutare nel corso della storia.

Xinyu Zhang e Dario Argento

Ma a tanto candore e sentimento di una Ilenia Pastorelli che deve vivere la sua condizione di cecità, oltremodo con un lavoro come escort, che comunque nonostante tutto la porterà ad occuparsi del piccolo Chin ed avere nel suo cane una guida fedele, mentre il maniaco non le darà tregua. Quest’ultimo sarà il catalizzatore  di una serie di eventi con inseguimenti drammatici, tanto sangue e omicidi, un assassino, a differenza delle opere precedenti del regista, dove ci  viene svelato quasi subito il suo volto, ma che non diminuisce affatto l’effetto suspense, a cui dobbiamo aggiungere anche le ottime musiche del francese  Arnaud Rebotini, che reggono bene il confronto con quelle del leggendario Simonetti dei Goblin di Profondo Rosso.

Se amate i film di Dario Argento troverete tanto, tantissimo di tutte le sue opere precedenti anche nel  finale, e senza dubbio quella che potrebbe anche sembrare una operazione nostalgia, ci lascia davvero riflettere sul tesoro nazionale Argento. Un tesoro che  andrebbe maggiormente difeso e considerato,  che solo recentemente, in modo tardivo, l’accademia dei David di Donatello ha riconosciuto, ma il suo pubblico, che lo segue da sempre,  preferisce un premio insanguinato, e ancora una volta Dario non li deluderà.

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