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Johnny Depp superstar alla Festa del Cinema di Roma: “Edward la mia svolta, la Disney e Hollywood campo nemico”

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Nonostante le accuse che gli sono piovute addosso per la sua vita privata negli ultimi anni il fascino di Johnny Depp è restato immutato. Lo ha dimostrato la giornata evento alla Festa del Cinema di Roma in cui per 24 ore non si è parlato d’altro: ore di attesa sul red carpet dell’Auditorium Parco della Musica dove era previsto per le 12:30 e si è presentato alle 14:30 passate, per poi passare al bagno di folla di Auditorium Conciliazione la sera dove centinaia di fan hanno atteso ore alle transenne per una foto o un autografo.

Un amore smisurato, che ha più volte commosso l’artista parso disponibilissimo con tutti nonostante la sua stessa security tentasse di trascinarlo lontano dal suo pubblico, tanto fedele e numeroso da impedirne la cancellazione dal mondo del cinema dopo le note vicende coniugali. In una Hollywood che lo ha dimenticato non c’è più posto per il camaleontico Jack Sparrow, che per oltre 20 anni ha contribuito a creare solo con la sua presenza una saga leggendaria capace di incassare miliardi di dollari. Ora viene rinnegato e riparte con il suo pubblico fedele dalla serie per bambini Puffins, quasi come in uno strano scherzo del destino_: “Innanzitutto devo dire che quando sono stato avvicinato al progetto è stata una conversazione tra noi tre. Questa possibilità di lavorare al progetto mi ha attratto sicuramente il fatto che fosse diverso da tutti quelli dei miei film. Ho letto libri e analizzato i suoni a cui reagisce il bambino piccolo. Ho continuato a prepararmi e devo dire che è stato molto bello essere sostenuto da loro, perché dovevamo mescolare i miei suoni a quelli della pulcinella di mare”.

Una relazione speciale e straordinaria quella con il suo pubblico, che lo ha sempre apprezzato. Una passione per la recitazione iniziata presto: “Penso che possa sembrare una cosa un pochino strana perché nel mio lavoro di attore ho avuto l’opportunità di affrontare diverse sfide, nel portare vari personaggi accolti con grande gioia. Da ragazzino avevo 5-7 anni e facevano una trasmissione di marionette, però facevano anche film muti e ho potuto apprezzare Charlie Chaplin e Buster Keaton. I film muti non ti danno il lusso di utilizzare le parole, quindi qualunque sia il sottotesto devi ricorrere al tuo corpo perché le parole le devi avere dentro e devi essere in grado di esprimerle con l’unico strumento che hai e sono gli occhi. Prima di interpretare Jack Sparrow mi sono accertato di poter ampliare i confini del personaggio, mi sono rifiutato di cambiare determinate cose perché volevo creare un personaggio universale. Quando hai uno spettatore di 90 anni davanti lui continuerà a guardare Bugs Bunny con gli stessi occhi che aveva da bambino, volevo lo stesso per Jack. Nei cartoni accetti tutto, ho voluto accettare questa difesa con i Puffins e come ho detto cercare di comunicare con i bambini cercando di farli ridere con un prodotto completamente nuovo per me”.

Un attacco duro quello ad Hollywood ed in particolare alla Disney: “Il percorso della mia carriera è stato interessante e continuo a  fare le cose che mi piacciono. Non mi interessano i grandi nomi alla regia o grandi attori. Mi piace fare una cosa con un ragazzino di 15 anni che vuole esprimersi. Ritengo Hollywood un posto dove andare in vacanza perché c’è moltissima mancanza di conoscenza, non voglio adagiarmi o lavorare in quella macchina del fango. La cosa più importante sono le cose che ho rifiutato di fare contro il parere dei miei agenti. Gli studios mi hanno ingaggiato e poi pretendevano che facessi delle cose, come se non avessero visto quel che avevo fatto prima. Poi è arrivato Jack Sparrow, la cosa bella è stata poter infiltrare il campo nemico della Disney per 20 anni. Ad Hollywood sono riuscito ad impormi e questi film continuano a durare grazie a voi. Io volevo interpretare un personaggio da cartone animato e ce l’ho fatta”.

Poi ha la voce emozionata quando parla di essere rimasto forse un po’ bambino, forse per questo è tanto amato: “Voi sentite il mio pianto che viene da lì. Vedrete che il bambino che è in me ricomincerà a piangere. Credo che valga per tutti il voler mantenere l’infanzia. A volte non ti lascia questo senso di sicurezza, te lo vai a cercare altrove ed è per me fondamentale continuare a mantenere vivo il cervello perché altrimenti sarei in una stanza vuota. Nell’imparare il mestiere della recitazione la cosa migliore è eliminare la paura, perché non ha nessuna caratteristica di redenzione. La paura è un bagaglio che appartiene agli altri e non c’è bisogno di sovraccaricarsi di quello degli altri. Dobbiamo cercare in un certo senso di spingerci all’interno di qualche cosa. Bisogna continuare a conservare quello in cui credi ed avere dei bellissimi sogni. Ad Hollywood questo non c’è, dovete ascoltare le persone più anziane che hanno attraversato il dolore. Se poni una domanda così già conosci la risposta”.

Parlando del suo personaggio preferito spiega: ““Devo dire che in realtà uno non dovrebbe mordere la mano che gli dà da mangiare. Ero arrivato ad avere un contratto di 7 anni con uno show televisivo, ho fatto per due anni e mezzo di tutto per farmi cacciare. Sono anche finito in prigione accidentalmente, sentivo che era diventato un prodotto e non lo volevo. Ero stato liberato, ma poi mi offrivano solo sceneggiature standard che continuavo a rifiutare. Avevo deciso di fare l’attore, ma volevo essere un creativo con qualcosa di mio. Quella serie televisiva non andava bene per me, alla fine dopo tanto tempo trascorso ad aspettare mi è arrivata la proposta di Wade Walker e finalmente potevo mettere un piede sul terreno solido e ho capito quel che volevo fare. L’altro personaggio che mi ha consentito di sentirmi così è stato Edward Mani di Forbice, la svolta della mia carriera”. Un messaggio d’amore per i fan quello di Johnny Depp: ““Sarebbe da sciocchi per un attore non amare il proprio pubblico. La cosa migliore che ho fatto nella vita sono i miei figli”.

Per un giorno Johnny Depp è stato l’Ottavo Re di Roma catalizzando globalmente l’attenzione e bloccando un quadrante della città solo come fanno le grandi star o i calciatori simbolo alla Totti. Un po’ come per l’ex capitano giallorosso potremmo definire quello riversato su di lui un amore totale ed incondizionato. Che con il sorriso e il volto sinceramente emozionato per il premio alla carriera ricevuto da Alice nella Città l’attore ha dimostrato di ripagare.

 

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