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I Freak Show ci raccontano il loro nuovo singolo Stand Up

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Dal 18 marzo 2022 è disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming “Stand Up”, il nuovo singolo dei Freak ShowIl brano nasce sull’onda emotiva delle manifestazioni di piazza diffuse in tutto il mondo tra il 2018 e 2019 per la salvaguardia del pianeta. E’ un pezzo arrabbiato, amaramente ironico e, purtroppo, molto realista.

Spiega l’artista a proposito del brano: “Stand Up è il nostro manifesto ecologista: il pianeta sta soffrendo e l’invito ad alzarsi (“stand up”) è rivolto soprattutto ai più giovani perché prendano coscienza, si ribellino e indichino con chiarezza i responsabili del disastro ambientale e climatico. Perché se una speranza esiste non può che sorgere intorno alle nuove generazioni.“

Come sempre, abbiamo voluto far loro qualche domanda.

  1. Cosa vi ha colpito di più dei movimenti che si sono diffusioni tra il 2018 e il 2019. Questo brano risale quindi a quattro anni fa? Come mai è uscito solo ora?

Sì, il brano è stato scritto quattro anni fa, in effetti. E’ stato bellissimo vedere orde di ragazzi occupare festosamente le vie e le piazze delle città per reclamare la soluzione di un problema enorme, il disastro ambientale del pianeta. I ragazzi sono molto più sensibili a certi argomenti, non conoscono ancora il cinismo degli adulti e questa spontaneità è da apprezzare e incoraggiare. C’era molta energia, in quelle piazze; l’abbiamo presa e incanalata in una canzone. Stand Up nasce così, come una sorta di colonna sonora per giovani menti.
Siamo riusciti a farla uscire solo ora perché abbiamo fatto tutto con le nostre forze, non potendo contare sulla potenza di fuoco di una major. E poi, non dimentichiamolo, c’è stato il covid in mezzo.

  1. Quali sono gli atteggiamenti che possiamo attuare ogni giorno per tenere attive queste battaglie?

La cosa più triste è stato vedere gli adulti ridicolizzare questi movimenti di piazza. “Andate a scuola”, dicevano. E’ una vergogna appartenere anagraficamente a questa generazione che si è dimenticata completamente di essere stata giovane, una volta, con tutto quello che comporta: certo, un po’ di ingenuità ma, in compenso, tanta voglia di partecipazione e purezza dello sguardo e del senso critico. Sono certamente più le qualità dei difetti, ne siamo certi. L’atteggiamento dovrebbe essere quello di incoraggiarli, magari aiutarli a mettere a fuoco alcuni aspetti ambigui e indicare loro le contraddizioni di quelli che, in fondo, sono i veri responsabili dell’avvelenamento del pianeta. 

  1. Non pensate che le generazioni più giovani siano già molto sensibilizzati sui temi ecologici. Perchè pensate che questo brano debba essere recepito soprattutto da loro? 

Il brano è per tutti, non solo per i ragazzi. Ma un cambiamento non può che arrivare dai più giovani e quindi, anche se non è solo per loro, è dedicato a loro.

Stand Up utilizza un linguaggio musicale semplice, che arriva a tutti. C’è una base ritmica funk che non molla un attimo, c’è una chitarra quasi rock che lavora con basso e batteria accantonando inutili virtuosismi, la tastiera e la voce si incastrano a disegnare una melodia che rimane impressa facilmente. E c’è anche una voce “fuori campo” che nega la canzone stessa. Un bel mix di cose diverse che però, insieme, funzionano. 

Okay, questo avresti dovuto dirlo tu, scusa.

  1. Come avete lavorato al videoclip? Qualche aneddoto dietro le quinte? 

Uno di noi – e non facciamo nomi perché gli vogliamo bene – si è presentato la mattina delle riprese ancora ubriaco dalla sera precedente. Le occhiaie erano marcate a tal punto da non potersi togliere gli occhiali da sole. Quindi abbiamo deciso di inforcare tutti gli occhiali per dare uniformità alla scenografia ma sappiate che, dietro l’apparente scelta artistica, ce n’è stata una molto pragmatica! Vi sfidiamo a indovinare di chi si tratta, dopo che avrete visto il video.

  1. Avete già in programma altre uscite? 

Fortunatamente i pezzi non ci mancano. Il prossimo singolo sarà un omaggio alla discomusic degli anni ’70 e al mondo delle discoteche che, forse non ce ne rendiamo conto del tutto, rivoluzionarono il modo di fruire della musica. Il pezzo è praticamente finito, gireremo il video prima dell’estate.

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